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Storia e Perspettiva Contemporanea della Fiera di Tutti i Santi a Valenzano




Storia e Perspettiva Contemporanea della Fiera di Tutti i Santi

Testo e ricerche di:   Francesco Calè


 




Commercio, uguale comunicazione

A partire dal XIV secolo, anche per volontà del Capitolo di San Nicola di Bari, attorno al monastero di Ognissanti, il 31 ottobre e il primo novembre di ogni anno, si svolge un'importante fiera denominata di "Tutti i Santi". Nei cortili della Basilica di San Nicola, a maggio e a dicembre di ogni anno, si svolgono attività di contrattazione di scambio e di compravendita, che hanno come occasione le festività che Bari celebra, anche a quel tempo, in onore del Santo.



Usanze e ruoli

Allo stesso modo, attorno all'abbazia di Ognissanti, si svolge una fiera annuale che mette in moto una consistente circolazione monetaria, che va oltre le rigide barriere proprie dell'economia feudale, la quale era un'economia chiusa. Infatti alla fiera di "Tutti i Santi", sin dal XIV secolo, partecipano mercanti che provengono dalla Terra d'Otranto, dalla Basilicata e dal Foggiano. È il Capitolo di San Nicola di Bari che controlla queste attività mercantili, incaricando un proprio canonico di svolgere il ruolo di mastro-mercato, ovvero di sovrintendente finanziario.

I mercanti, per poter fare affari nella fiera di "Tutti i Santi", devono pagare un tributo a San Nicola di Bari, ma per il resto sono esenti da qualunque altra tassa e imposta. Per questo, tra il Comune di Valenzano e il Capitolo di San Nicola, si svolgono aspre liti, dal momento che il Comune non può imporre nessuna tassa sulle attività mercantili che si svolgono attorno al monastero.



Perchè il territorio "Ognissanti" diventa inagibile per ospitare la fiera

La comunità dei monaci che popolava Ognissanti viene soppressa nel XVI secolo: resta solamente l'edificio del monastero, attorno al quale continua - sempre in quell'epoca - a svolgersi la fiera, in cui si commerciano cuoio, lana, frumento, vino, olio, bestiame, formaggio, spezie e aromi.

Nel XVIII secolo, i frati Alcantarini, per costruire il santuario della Madonna del Pozzo di Capurso, abbattono i muri del monastero di Ognissanti. Dato che non c'è più un edificio in cui ripararsi in caso di pioggia, molti mercanti rinunciano a partecipare alla fiera, la quale, di anno in anno perde importanza.



Il Comune di Valenzano e la Fiera

Il Comune di Valenzano, approfittando della situazione, fa richiesta all'Intendente di Bari (il corrispondente dell'odierno Prefetto) per essere autorizzato a spostare la fiera all'interno del paese: è il sindaco Rocco Brandonisio a firmare due petizioni, una del 3 maggio 1810, l'altra del 17 maggio 1811.

Alla fine Gioacchino Murat, il 3 giugno 1811, autorizza il trasferimento della fiera di "Tutti i Santi" all'interno di Valenzano.



Quando e dove

Spostata in paese, la fiera di "Tutti i Santi", riprende la sua importanza: dai documenti dell'epoca risulta che nel 1848 erano presenti, tra le altre mercanzie, 100 bovini, 150 cavalli e 470 pecore; nel 1849 c'erano 115 bovini, 200 cavalli e 500 pecore.

In quest'epoca la fiera si svolge nel largo dei Riformati (oggi largo frate Francesco), di fronte alla chiesa di Santa Maria di San Luca, e nel largo San Benedetto, di fronte alla chiesa di Santa Maria di Loreto. Questi spazi, però, a un certo punto non bastano più, a causa dell'incremento di merci e di mercanti. Il Comune di Valenzano, allora, acquistando, espropriando e risistemando edifici e terreni, ricava un ampio spazio dove poter svolgere più comodamente la fiera, corrispondente a largo Plebiscito, finito di sistemare nel 1863. Contemporaneamente, per consentire una più facile comunicazione fra questo spazio e la parte vecchia del paese, nascono via Brandonisio, via Cavata e l'attuale via San Rocco, che prima era solo un vicolo.

In questo periodo si comprano e si vendono, alla fiera di "Tutti i Santi", oggetti casalinghi, tessuti, strumenti per il lavoro agricolo, animali da cortile, da tiro, da lavoro e da macello, giocattoli e mobili.



La fiera acquista sempre più importanza

All'inizio del Novecento, lo spazio di largo Plebiscito è diventato di nuovo insufficiente per accogliere gli uomini, le merci e gli animali presenti durante la fiera. L'Amministrazione Comunale, allora, inizia nel 1907 una serie di trattative con la parrocchia di San Rocco per poter acquistare un largo terreno, chiamato "San Carlo". Le trattative, però, non vanno in porto e, dopo la prima guerra mondiale, il Comune è costretto ad espropriare quel terreno.



Necessitano nuovi spazi

Lo spazio così ottenuto, che corrisponde all'attuale largo Marconi (dove risiede il palazzo municipale), viene adibito a zona per la compravendita del bestiame durante la fiera. Durante il fascismo, in questo terreno si realizza un campo di calcio; negli anni ottanta l'Amministrazione Comunale vi ha fatto costruire un giardino pubblico.



La fiera oggi

Oggi la fiera si svolge solo il primo novembre di ogni anno e si tiene nelle vie principali del paese: via Aldo Moro (ex via Roma), via Piave, largo Plebiscito, Via Adelfia, Largo Padre Pio e le corrispondenti traverse. Si vendono utensili, attrezzi agricoli, capi di vestiario e giocattoli.

La vendita del bestiame (si vendono anche papere, galline, conigli; è possibile intravedere anche animali esotici: pappagalli, ecc.) è stata collocata lungo la strada di campagna che porta a Marrone partendo dal "canalone".



Conclusioni

La fiera di "Tutti i Santi" di Valenzano è una importante testimonianza del fondamentale ruolo svolto dal sistema delle fiere all'interno del circuito economico, finanziario e commerciale pugliese e meridionale.

Anche la "Fiera del Levante", che si svolge annualmente a Bari nei primi giorni di settembre, testimonia dell'importanza della fiera in Puglia; però, occorre avvertire che la fiera valenzanese di "Tutti i Santi" sorse nell'ambito del feudalesimo, mentre la "Fiera del Levante" fu istituita solo nel 1931 dalle autorità fasciste, come velleitario e, per quei tempi, poco realistico tentativo di proporre Bari come porta per l'Oriente. Infatti, nel quadro dell'ideologia imperialistica ed espansionistica - propria del fascismo - Bari con la sua fiera, doveva fungere da avamposto per l'espansione economica, prima ancora che politica, dell'Italia verso i paesi d'Oltremare.





Fine