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Associazione Culturale Parva Scaena-De Bellis -2000 |
Presenta |
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a cura di Lino di Turi |
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Pagina 2 - San Rocco Pellegrino Quest'Anno |
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Perchè San Rocco Pellegrino Quest'Anno |
Lino di Turi |
Secondo alcuni biografi, probabilmente è proprio il Giubileo del 1300 a segnare la vita di Rocco. | |
Pare, infatti, che siano stati i racconti del padre, che aveva visitato le basiliche romane in quell'occasione e che al suo ritorno aveva raccontato al figlio le grandezze della Roma cristiana, ad accendere la fantasia del fanciullo, prima, e la vocazione dell'adulto, poi, come Santo degli appestati. | |
I racconti del padre, insieme a quelli di altri pellegrini che celebravano le meraviglie dei santuari visitati e delle sofferenze patite in letizia per Cristo, fanno maturare in Rocco la scelta: "Ha deciso, sarà pellegrino di Messer Iddio e di Madonna, la benedetta madre di Gesù". | |
La tradizione popolare, il pennello degli artisti e i biografi ci tramandano la figura di Rocco pellegrino. | |
In seguito, proprio per l'importanza che Rocco assume come pellegrino, anche l'abbigliamento del pellegrino acquista un significato particolare e simbolico e deve attenersi alle regole di una vera cerimonia: ogni penitente pellegrino (o romeo) deve sottostare ad un rito che comprende anche la consegna, da parte dei suoi familiari, delle varie componenti dell'abbigliamento. | |
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LA SCHIAVINA o PELLEGRINA o SANROCCHINO
(a memoria di Rocco): mantello di tessuto grezzo e ruvido. |
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PETASO:
cappello a larghe tese rialzato sul davanti e legato, fissato con nodo sotto il mento. |
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BISACCIA:
borsa floscia, di solito di pelle, ma anche di stoffa resistente, che il pellegrino appende alla vita. |
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CROCE e CONCHIGLIA:
simboli di pellegrinaggio medievale iniziato a Campostela (o Compostela). |
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BORDONE:
bastone appuntito con gancio e pomo di metallo. |
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| Pellegrino | Vita | Giubilei | Primo Giubileo | Canzone | Poesia | Mito | S. Rocco 2000 | |
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Pagina 3 - Vita di San Rocco |
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San Rocco (Montpellier, 1295 Angera, 1327) |
Francesco Calè |
È uno dei quattordici santi ausiliatorí. Il suo culto conobbe una diffusione straordinaria in tutta l'Europa occidentale a partire dalla seconda metà del Quattrocento. È tuttora uno dei santi più venerati nella tradizione popolare italiana. |
Una leggenda narra che, al momento della morte, tormentato dalla visione dell'umanità sofferente a causa della peste, egli invocò ed ottenne da Dio il potere di guarire dal terribile male chiunque lo invocasse. |
Un'altra leggenda lo raffigura come un pellegrino che, abbandonata la famiglia d'origine, si diede a peregrinare per il mondo, prodigandosi, durante le epidemie di peste, in favore dei malati, finché non contrasse il morbo e ne mori. |
Nell'iconografia abituale è raffigurato in abito di pellegrino, mentre mostra una piaga provocata dalla peste sulla propria coscia. È sempre accompagnato da un cane, in ricordo di una leggenda secondo cui l'animale l'avrebbe soccorso mentre egli giaceva malato, portandogli del pane sottratto quotidianamente dalla mensa di un nobile. |
Le cronache narrano che, durante il Concilio che si tenne nel 1414 a Costanza, una terribile epidemia di peste che infuriava in quella città cessò in seguito ad una solenne processione in onore di San Rocco. |
Nel corso del Quattrocento, il culto di questo santo si diffuse rapidamente prima nel Nord d'Italia e poi, a seguito del propagarsi di terribili pestilenze, nel Centro e nel Sud. Un po' dappertutto sorsero Confraternite di carità intitolate a San Rocco. |
Caduto in declino nel Settecento, il culto di San Rocco rifiori poi nel corso dell'Ottocento, col diffondersi delle epidemie di colera. |
San Rocco è patrono dei pellegrini e dei viaggiatori. È anche protettore dei selciatori (lastricatori) e dei cavatori di pietre. È venerato come protettore degli invalidi ed è invocato contro la peste, il colera, le epidemie, le malattie contagiose in genere, le catastrofi naturali, le epizoozie e la filossera. È anche patrono della Turchia europea, di Montpellier e della diocesi di Scilla. |
La sua festa si celebra il 16 Agosto. |
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Pagina 4 - Sette Secoli di Giubilei |
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Sette Secoli di Giubilei |
1300 | Bonifacio VIII |
1350 | Clemente VI |
1390 | Urbano VI, Bonifacio IX |
1400 | Bonifacio IX |
1423 | Martino V |
1450 | Niccolò V |
1475 | Paolo II, Sisto IV |
1500 | Alessandro VI |
1525 | Clemente VII |
1550 | (Paolo III) Giulio III |
1575 | Gregorio XIII |
1600 | Clemente VIII |
1625 | Urbano VIII |
1675 | Clemente X |
1700 | Innocenzo XII, Clemente XI |
1725 | Benedetto XIII |
1750 | Benedetto XIV |
1775 | Clemente XIV, Pio VI |
1800 | non viene effettuato (Pio VI) |
1825 | Leone XII |
1850 | non viene effettuato (Pio IX) |
1875 | non viene effettuato con solennità (Pio IX) |
1900 | Leone XIII |
1925 | Pio XI |
1950 | Pio XII |
1975 | Paolo VI |
1983 | Giovanni Paolo II |
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Pagina 5 - Il Primo Anno Santo - 1300 |
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Il Primo Anno santo 1300 |
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Il primo Giubileo ufficiale della tradizione cristiana inizia il 22 febbraio del 1300, festa della Cattedra di San Pietro, e termina il 24 dicembre dello stesso anno. Fu il papa Bonifacio VIII a indirlo, spinto da un movimento di massa spontaneo che in occasione del Natale 1299 (in quel tempo l'anno civile decorreva proprio dalla ricorrenza della nascita di Gesù) vide accorrere una gran folla di "popolo forestiero" e di Romani dentro e fuori la Basilica di San Pietro. In tutta l'Europa, percorsa da un bisogno di tregua e di pace, si andava spargendo la voce che a Roma si otteneva l'indulgenza plenaria. |
Appena si sparse tale notizia, cominciò a muoversi verso Roma un'ininterrotta moltitudine di pellegrini italiani, francesi, provenzali, ungheresi, slavi, tedeschi, spagnoli, portoghesi, inglesi e per un anno intero, ogni giorno, sembra che entrassero e uscissero dalle diverse porte della città oltre 30 mila persone e che soggiornassero quotidianamente oltre 200 mila forestieri. | |
Alla fine dell'anno si stimarono in due milioni i pellegrini che, a piedi, a cavallo o con carri, raggiunsero i luoghi della "perdonanza": un pellegrinaggio che prevedeva la visita delle maggiori basiliche romane e i ruderi dei monumenti dell'antica Roma. | |
Lo stesso Bonifacio VIII prescrisse che il Giubileo Cristiano si rinnovasse ogni secolo (Anno Santo), ma in seguito l'intervallo di tempo fu ridotto moltissime volte durante i vari Pontificati: Clemente IV ne concedeva la celebrazione ogni 50 anni a partire dal 1350; Urbano VI, in omaggio all'età di Gesù Cristo, indicò che venisse celebrato ogni 33 anni, partendo dal 1378; Niccolò V riportò il termine a 50 anni, fino a che Sisto IV ridusse l'intervallo di tempo ai 25 anni, norma che regolarmente viene osservata dal 1475. | |
L'inizio dell'anno giubilare ha luogo con l'apertura della Porta Santa ordinariamente murata, nella Basilica di San Pietro in Vaticano: alla solenne cerimonia partecipa il Pontefice stesso, in veste di colui che per primo forzerà le porte della Giustizia e della Misericordia. | |
La porta è detta Santa, in quanto la sua apertura e la sua successiva chiusura delimitano un periodo di tempo dedicato interamente alla santificazione dell'anima, nonché per il fatto di voler simbolicamente indicare che il peccatore troverà chiusa di fronte a sé la porta della vita eterna. | |
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Pagina 6 - Tradizione - Canto popolare |
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San Rocco Tradizione: Canto Popolare |
Canto |
Così il popolo canta: | |
Sande Rocch-è figlio di rignande | San Rocco è figlio di regnanti |
j èr' fanciullo a quando si n'andò. | era fanciullo quando se ne andò. |
Un giorno vols-andaj-a cambisande | Un giorno volle andare al camposanto |
li muort-a ccor-a ccore resusscitò. | i morti a cuore a cuore risuscitò. |
Un giorno vols-andaj-a la caretà | Un giorno volle andare alla carità |
drèt-a nu portingine scì a tizzolò. | dietro a un portoncino andò a bussare. |
S'affacce la patroni da la fenéstre | Si affaccia la padrona dalla finestra |
joggi nann~è ggiornate de daj-adénze. | oggi non è giornata da dare udienza. |
Ci-avime nu malate j avi sè-j anne | Abbiamo un malato da sei anni |
perfino l'olio sando ngí-à venute. | perfino l'olio santo gli è stato portato. |
Sande Rocche susi vols-andaje | San Rocco sopra volle andare |
la viset-a lu malate nge volse fà. | la visita al malato gli volle fare. |
U sègne de la Sanda Crosce nge fesci fà | Il segno della Santa Croce gli fece fare |
e lu malate do llètt-u fèsce alzà. | e il malato dal letto lo fece alzare. |
Li ggénde di la cas-u vulèine pajà | La gente della casa lo voleva pagare |
e Sande Rocche na vulèva njìnde. | e San Rocco non voleva niente. |
La nove So Santi Papi nge-arevò | La nuova a Sua Santità gli arrivò |
So Santi Papi se lu mannò chjamanne. | Sua Santità se lo mandò a chiamare. |
Sande Rocche na velèv-andà | San Rocco non voleva andare |
cridèv-angor-è ccose nge-avéra fà. | credeva chissà che cosa gli voleva fare. |
Sande Rocche nu grande coragge mettì | San Rocco un gran coraggio mise |
a le pjìte So Santi Papi se scì a menò. | ai piedi di Sua Santità si andò a gettare. |
Alziti figlio mio non d'atterrire | Alzati figlio mio non ti atterrire |
mostrat-il vostro passi che voi portate. | mostrate il vostro passi che voi portate. |
Passi na ni port-in tèmbo mio | Passi non ne porto in tempo mio |
jèri fanciullo a quando mi n'andai. | ero fanciullo quando me ne andai. |
Ci-avite quèlla facce tanda luscènde | Avete quella faccia tanto lucente |
e Sande Rocch-è figlio di bbona ggènde. | e San Rocco è figlio di buona gente. |
Ci-avite quèlla facce tanda lustrande | Avete quella faccia tanto luminosa |
e Sande Rocch-è figlio di rignande. | e San Rocco è figlio di regnante. |
Fonte: Mariuccia Abatecola |
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Pagina 7 - Mutamenti |
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San Rocco Mutamenti |
Lino Angiuli |
Specie la gente con gli occhi un po' storti
e quella che fuma sempre nazionali ama san Rocco figlio di un regnante il confessore si fa largo fra rosari confratelli ancheggiando sulle spalle di un tubista o meglio ancora di un fabbricatore |
Una borraccia una pagnotta e basta
per trapassare inferni e purgatori per farsi amico qualche mortodifame va bene pure un cagnolino senza patria da portarsi sopra l'altare maggiore a raccogliere oremus lodi e soldi grossi |
E una gloriosissima ferita
per conquistare centinaia di paesi anime torri campanili chiavi in mano dove le donne dei vestiti lunghi mettono sempre a lacrimare ceri |
Volano barche al cielo
girano carri al vento in tuo onore. E dai assaggia due nocelle con la birra stasera oh confessore |
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Pagina 8 - Mito e Storia |
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San Rocco: Mito e Storia |
Francesco Calè |
In occasione della festa patronale, a Valenzano, viene portata in processione una reliquia (osso dell'avambraccio) di San Rocco, custodita in un reliquiario nella sacrestia della chiesa matrice. |
Non esistono notizie storicamente fondate che giustifichino la presenza di questa reliquia a Valenzano; esiste, però, una leggenda che narra le vicissitudini di un giovane della famiglia De Surdis (chidde de Fendanédde, dicono i Valenzanesi), all'epoca in cui il feudo di Valenzano era proprietà dei Furietti (dunque tra la fine del XVI e la seconda metà del XVIII secolo): la sorella di costui doveva sposarsi, ma, secondo la leggenda, vigeva, allora, a Valenzano, il jus primae noctis, per cui la giovane avrebbe dovuto passare la prima notte di nozze con il principe Furietti. |
Il giovane De Surdis, per evitare che il feudatario disonorasse la sorella, decise di ucciderlo: una domenica, mentre si svolgeva una festa in piazza, gli sparò e si diede alla fuga. Dopo varie peripezie, giunse a Montpellier, città natale di San Rocco, dove venne in possesso della reliquia; a questo punto le versioni della leggenda si diversificano: alcune narrano che il giovane si sia nascosto in una comunità di frati, i quali, per consentirgli di tornare in patria, gli fecero dono della reliquia; altre raccontano di un incontro tra De Surdis, costretto a chiedere l'elemosina, e un valenzanese, amico d'infanzia, divenuto un personaggio importante a Montpellier, il quale poté consegnargli l'osso di San Rocco in quanto era entrato nelle grazie delle autorità civili e religiose del luogo; altre ancora riferiscono di un intervento dello stesso santo, che, impietositosi dell'infelice sorte dell'uomo, si staccò l'osso dall'arto e glielo donò. |
Tutte le versioni concordano nel finale: De Surdis, in possesso della preziosa reliquia, poté far ritorno a Valenzano, festeggiato ed osannato dalla popolazione, che accolse il concittadino e la taumaturgica spoglia, la quale preservó il paese dalla peste. |
In realtà, le prime notizie storiche sul patronato di San Rocco su Valenzano risalgono al 1656: era allora feudataria Donna Maddalena Acquaviva, vedova di Lanfranco I Furietti, e tutrice del figlio Francesco Antonio. |
Poiché il territorio di Valenzano era stato preservato dalla grande epidemia di peste che, in quell'anno, aveva colpito il Regno di Napoli, il sindaco Francesco Scappaceci, insieme agli altri governanti e a nome dell'intera popolazione, votò a San Rocco una messa cantata in ogni settimana ed ogni 16 agosto (giorno della festività del santo) dell'anno. |
La peste, che si era propagata in molte regioni d'Italia, si diffuse anche a Bari, e i valenzanesi vennero in soccorso della città: in particolare, sussidi alimentari erano mandati da Donna Maddalena Acquaviva. |
Appare significativo che il nome di questa feudataria sia associato a un clima di fervore religioso che, in quell'epoca, sembra aver interessato Valenzano: oltre ai fatti succitati, bisogna anche ricordare che fu proprio Maddalena Acquaviva a volere la costruzione del monastero di Santa Maria di Loreto, nel 1654: in questo monastero, la baronessa Maddalena fece entrare quattro sue figlie. |
Vale la pena di ricordare, per tentare di inquadrare storicamente i fatti menzionati, che la famiglia Acquaviva, alla quale apparteneva Donna Maddalena, perseguiva una politica mirante a controllare strategicamente la devozione religiosa e a collegarsi con le istituzioni ecclesiastiche: a Conversano, i conti Acquaviva riuscirono a intrecciare relazioni con i monasteri femminili delle Benedettine, delle Clarisse e delle Cappuccine; in più, nei primi decenni del Cinquecento, nella diocesi di Conversano, si erano succeduti due vescovi della famiglia Acquaviva (Sulpizio e Donato); inoltre la famiglia Acquaviva era legata all'Ordine dei Gesuiti (Claudio Acquaviva fu quinto generale dell'Ordine, dal 1581 al 1615). |
Va, altresì, ricordato che la diffusione del culto dei santi conobbe un nuovo impulso, in Italia, nel secolo XVII, in seguito alle terribili pestilenze che colpirono la penisola. |
Tornando alla leggenda sulla reliquia di San Rocco a Valenzano, è facile rilevare che la narrazione denunzia chiaramente il nesso storico tra il culto del santo e la vita del paese, in quanto, nella conclusione, parla proprio della peste. |
In più, appare significativa la presenza del motivo del jus primae noctis, che ricorre frequentemente nelle narrazioni e nei canti dell'Italia meridionale, in quanto rappresenta emblematicamente i soprusi che le popolazioni pativano da parte dei feudatari. |
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Pagina 9 - San Rocco - Celebrazione del 2000 |
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Articolo di Lino di Turi, Nicola Guerra e Vito Calè 2000 |
FESTA PATRONALE S. ROCCO 2000
15-16 E 17 AGOSTO |
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Come si evince dalla locandina/programma, la festa si è svolta secondo quanto la Commissione aveva prestabilito. | |||||||||||||||||||||||||
Il mese di agosto, come ogni anno per tradizione, i festeggiamenti sono iniziati dal giorno 1 con il giro nel paese della bassa musica al suono di popolari motivetti, tra cui la cosiddetta Diana o Mattinata (quest'anno si è esibita quella di Bari/Ceglie del Campo, guidata dal M° F. Petrelli). | |||||||||||||||||||||||||
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Alle ore 21,00 il paese risuonava degli scoppietti prodotti dalle "bombe" lanciate dalla ditta Bruscella da Modugno per annunziare sia l'inizio della festa in cui spandene le fiche (inizio maturazione dei fichi). | |||||||||||||||||||||||||
Gli altri 14 giorni che hanno preceduto la festa hanno visto in piena attività gli operai che hanno installato, in Via Bari, Via Casamassima, Via Montrone, Via Capurso ed in Corso A. Moro, dove si estende l'illuminazione con Prospetto, Cassa armonica e Galleria, nonchè il Baldacchino su cui si andrà a poggiare la statua piccola di S. Rocco (Sande Rocche peccenunne). | |||||||||||||||||||||||||
![]() Illuminazione accessa a sera tardi con gente che passeggia. Circa 180.000 lampadine colorate adornano vari disegni di archi e prospetti installati temporanemente per le festività, "illuminazione". |
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Detta illuminazione, preparata dalla ditta Faniuolo di Putignano contava quest'anno 100.000 (centomila) lampadine piccole e 80.000 (ottantamila) grandi e di vari colori. Verosimilmente, la cosiddetta spalliera allestita sui marciapiedi prima della Galleria, formavano dei bouquetes di fiori composti in tre cesti. | |||||||||||||||||||||||||
15 agosto |
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Il 15 agosto si è svolta, alle ore 21,00, la processione della reliquia dell'avambraccio, del quadro e della statua piccola di S. Rocco che, mentre l'avambraccio ritornava nella Chiesa matrice, il quadro di S. Rocco veniva sistemato, ben in vista, sulla Cassa Armonica e la statua piccola del Santo nell'altarino del Baldacchino già descritto. | |||||||||||||||||||||||||
![]() Statua di S. Rocco "piccolo" sistemata sul baldacchino durante le festività, all'inizio del Corso A. Moro. |
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Una curiosità che val la pena di citare è quella che, quest'anno contrariamente agli anni precedenti, sia la statua che il quadro anzichè dalla chiesa del Padreterno sono stati prelevati da misere stanzette di abitazioni private in Via Municipale poichè la tradizionale Chiesa era in attesa di essere consacrata dall'Arcivescovo di Bari per dedicarla all'adorazione del Santissimo Sacramento in occasione dell'anno Giubilare. | |||||||||||||||||||||||||
16 agosto |
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16 agosto, giorno principale dei festeggiamenti e che corrisponde all'anniversario della morte di S. Rocco, dalla prima mattinata si sono svolte varie messe, tra cui quella solenne, con la partecipazione della Schola Cantorum locale che viene animata per l'occasione. Alle ore 10,30, per le principali vie del paese, con l'intervento delle autorità religiose, civili, militari e dei componenti il Comitato dei festeggiamenti, si è svolta la processione della statua grande del Santo che a suo tempo fu commissionata dalle autorità locali a maestri di Venezia che, ultimati i lavori, inviarono la statua a Bari con un barcone. Per curiosità va aggiunto che la suddetta statua non era rivestita d'argento così come la si nota attualmente, ma era spoglia della rivestitura (la si può vedere da immagini del 1987 che la raffigurano spoglia per il dovuto e necessario restauro) che fu commissionata nel 1906 grazie alla raccolta fatta pervenire dagli emigrati valenzanesi sparsi in tutto il mondo. | |||||||||||||||||||||||||
![]() Statua del Santo portata in processione intorno al paese il 16 agosto. |
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Alle ore 13,00 si svolgeva la consegna delle chiavi della città al Santo patrono da parte del Sindaco, prof. Luigi Miolli, a nome della cittadinanza. Per curiosità: il motivo per cui le chiavi della città vengono consegnate ritualmente al Santo stanno ad indicare l'ingresso del Santo nel paese da Via Bari verso la chiesa matrice, perchè in tempi remoti Valenzano aveva come ingresso principale nel paese una porta situata in quel preciso punto. La statua durante la processione è stata accompagnata dai concerti bandistici di Rutigliano, Gioia del Colle e Modugno. Dalle ore 19,00 si è svolto il servizio in orchestra (sulla Cassa armonica) dei suddetti concerti bandistici. A fine giornata la popolazione ha assistito a tre giochi pirotecnici con le ditte Ronca di Pannarano (Benevento) e i 2 Bruscella di Modugno. | |||||||||||||||||||||||||
![]() Illuminazione di notte con la sagoma di un pallone rilasciato a sera tardi. |
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17 agosto |
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Il 17 agosto, alle ore 8,00, è stato effettuato un lancio di bombe (Diana) a cura della ditta Lagioia di Capurso ed un giro, tra le principali vie del paese, del concerto bandistico di Noci. Dalle ore 11,00 alle 13,00 e dalle 19,00 in poi gli intenditori hanno ascoltato i brani operistici eseguiti dal suddetto Concerto. A fine festa ci si è ritrovati, nella zona Carella e verso la zona Ognissanti, a naso in su e giù per assistere prima alle bombe di tiro e poi all'accensione della cosiddetta batteria alla bolognese (trave du 'mbjierne e jatte e u sorge) eseguite dalla ditta Lagioia di Capurso. | |||||||||||||||||||||||||
![]() Bancherella sistemata presso la chiesa matrice che vende tradizionali ventagli di S. Rocco. Fa sempre caldo durante le festività celebrate tradizionalmente in agosto in occasione della morte del Santo. |
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I tre giorni su descritti hanno visto le vie del paese popolate da forestieri di diversi paesi, da emigrati e da rivenditori di noccioline e palloncini e merci varie. Alcuni amanti delle tradizioni hanno sfoggiato dai balconi luminarie rivestite da carta velina colorata simboleggianti navi, lune, stelle e mongolfiere. | |||||||||||||||||||||||||
![]() Luminaria a forma di barca appesa in fronte a casa privata, seguendo una vecchia tradizione. |
![]() Luminaria viene fatta con carta velina stesa su un'ossatira di legno. Una lampadina elettrica inserita nella luminaria la fa splendere di sera in devozione al Santo durante la quindicina che preced la festa. |
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![]() Mongolfiere che insieme ad altre luminarie adornano le strade del paese, creando un'atmosfera festiva. |
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![]() I nostri ringraziamenti alla Commissione che si è prodigata e che corrisponde ai sottoelencati benemeriti: |
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