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Chiesa di Ognissanti e la Fiera di Valenzano |
1 Novembre 1998 |
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NOTIZIE STORICHE SU OGNISSANTI DI CUTI |
Località Nella campagna valenzanese, a circa un chilometro dal centro abitato, sulla strada per Capurso, sorge la chiesa di Ognissanti, che è quanto resta di un edificio monastico del secolo XI. La chiesa, attualmente, dipende dal Capitolo di San Nicola. |
I Benedettini Fondano l'Abbazia nel 1078. L'abbazia di Ognissanti viene fondata in località Cuti tra il 1061 e il 1078 dall'abate Eustasio che, assieme ai monaci benedettini al suo seguito, dissoda e bonifica le terre sterili che circondano il luogo ove sorge l'edificio monastico. Eustasio provvede a dotare l'abbazia dei beni materiali necessari a sostentare la comunità benedettina: oliveti, vigneti, orti. |
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Chiesa di Ognissanti è quanto resta dell'abbazia.
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L'abbazia Diventa un Successo Economico. Per la coltivazione delle terre di proprietà dell'abbazia, Eustasio chiama a sè genti rustiche, che lega all'istituto monastico tramite contratti enfiteutici. La consistenza dei beni materiali, che fanno dell'abbazia un vero e proprio centro di attività economiche, aumenta, col passare del tempo, attraverso una serie di donazioni: per esempio, nel 1124, Grimoaldo Alfaranite dona a Melo, abate di Ognissanti, un suo uomo, Giovanni figlio di Miletto, il quale passa all'abbazia l'intero suo patrimonio, che consiste in case, terre, vigne, uliveti e cisterne. Attraverso atti del genere le possessioni agrarie dell'abbazia si ingrandiscono nel tempo, trasformandola in un'unità amministrativa ed economica: una curtis. |
L'Abbazia si Scontra con la Curia Barese. Una serie di contrasti diplomatici, che si protraggono a partire dal secolo XII e che portano i monaci di Ognissanti a scontrarsi con la curia barese per salvaguardare la propria autonomia, porta a una decadenza dell'abbazia anche nella vita economica: se inizialmente i benedettini hanno saputo amministrare i propri beni in modo da poter acquisire sempre nuove terre, ampliando mano a mano il patrimonio, a un certo punto la comunità monastica passa ad attuare quasi esclusivamente alienazioni e permute. Per esempio, nel 1286 i domenicani di San Leonardo di Bari acquisiscono un'area che si trova all'interno delle mura della città di Bari e che è di proprietà dell'abbazia di Ognissanti, a cui offrono, in virtù di permuta, aree proprie. |
L'Abbazia Viene Soppressa. L'abbazia di Cuti è soppressa da Bonifacio VIII con bolla del 1295: è unita alla basilica di San Nicola, che incamera i beni appartenuti ai monaci benedettini. In breve i possedimenti terrieri si frantumano: eppure le rendite della soppressa abbazia si mantengono ancora considerevoli. In una serie di documenti che vanno dal 1320 al 1327 si attesta il reddito non indifferente dell'olio prodotto dagli uliveti di proprietà della chiesa di Ognissanti. |
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Portico della Chiesa Ognissanti. |
La Curia Barese Promuove una Fiera attorno all'Abbazia. L'abbazia di Ognissanti ha svolto un ruolo di primo piano nella vita economica di Valenzano, non solo in quanto è stato centro amministrativo di un'azienda di tipo curtense, ma anche per l'importante fiera di "Tutti i Santi" che si svolge a partire dal XIV secolo il 31 ottobre e il primo novembre di ogni anno, attorno all'edificio monastico, dopo che l'abbazia è rientrata nella sfera d'influenza del Capitolo di San Nicola. In maniera analoga a quanto avviene nei cortili della basilica di San Nicola di Bari a maggio e a dicembre di ogni anno, il Capitolo promuove un'attività di contrattazione che ha come polo attrattivo l'abbazia di Ognissanti e che mette in moto un flusso monetario che oltrepassa le rigide barriere economiche proprie della curtis. Alla fiera di "Tutti i Santi" concorrono mercanti provenienti dalla Terra d'Otranto, dalla Basilicata e dalla Capitanata. Il Capitolo sovrintende alle attività mercantili che si svolgono nell'ambito della fiera, deputando a ricoprire il ruolo di mastro mercato un suo canonico. |
Contesa sulla Fiera fra Valenzano e la Curia Barese. I mercanti, per poter contrattare e fare affari, devono pagare un tributo al Capitolo, ma per il resto godono di ampia franchigia, essendo esenti da qualunque dazio e imposta erariale. Nei riguardi della fiera di "Tutti i Santi", poichè essa ricade nel territorio del Comune di Valenzano, tra questo e il Capitolo di San Nicola si svolge una lunga contesa, dal momento che l'"università" (così veniva chiamata un tempo l'amministrazione comunale), non potendo accampare diritti di natura fiscale sulle attività mercantili che si svolgono attorno all'abbazia, si vede defraudata della possibilità di rimpinguare l'erario cittadino attraverso un cospicuo cespite d'entrata. |
Demolizione dell'Abbazia. Il cenobio di Ognissanti viene soppresso nei primi anni del XVI secolo, dopo aver ospitato una comunità di monaci che per due secoli non riesce a raggiungere nemmeno le 10 unità; anche dopo la soppressione del cenobio la fiera continua a svolgersi, alimentando liti tra l'"università" di Valenzano e il Capitolo di San Nicola di Bari. Vi si commerciano cuoio, lana, frumento, vino, olio, bestiame, formaggio, spezie e aromi. L'edificio del monastero, già ridotto in cattive condizioni per l'incuria e l'abbandono, scompare del tutto nella seconda metà del XVIII secolo, quando i frati Alcantarini, per costruire il santuario della Madonna del Pozzo di Capurso, utilizzano il materiale ricavato dall'abbattimento dei muri dell'abbazia. |
Trasferimento della Fiera a Valenzano. Approfittando del fatto che numerosi mercanti, non disponendo più di un rifugio dove ripararsi dalle intemperie, rinunciano a partecipare alla fiera, la quale comincia a svuotarsi d'importanza, il Comune di Valenzano fa richiesta all'Intendente di Bari per avere il permesso di trasferire la manifestazione all'interno dell'abitato: una prima petizione è del 3 maggio 1810, una seconda del 17 maggio 1811, ed entrambe sono firmate dal sindaco Rocco Brandonisio. Gioacchino Murat autorizza il trasferimento della fiera all'interno di Valenzano con decreto reale del 3 giugno 1811. |
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Interno della chiesa rivela il suo stile romanesco. |
La Fiera Contemporanea. Oggi la fiera continua a svolgersi non più per due giorni consecutivi, ma solo il primo novembre di ogni anno, occupando via A. Moro (ex via Roma), via Piave, largo Plebiscito e le altre vie principali del paese, con le corrispondenti traverse. Si vendono utensili domestici, attrezzi agricoli, capi di vestiario, giocattoli e chincaglierie varie. La compravendita degli animali si tiene sulla via che collega Valenzano con il quartiere "Le Lamie". |
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